Durante dei nuovi scavi nel sito archeologico di Herodion, è stato scoperto l’ anello di bronzo che porta il nome del procuratore romano Ponzio Pilato, citato nel Nuovo Testamento come colui che condusse il processo a Gesù.
In realtà, l’anello è stato scoperto circa 50 anni fa, poco dopo la Guerra dei Sei Giorni nel 1969-1968, come parte dei preparativi per aprire il sito al pubblico ma solo ora il dipinto su di esso è stato cancellato e decifrato: una brocca di vino allungata, circondata da un’iscrizione greca che traduce: “di Pilato” (Πιλάτο).
Dopo esser stato pulito e fotografato con una telecamera multi spettrale nei laboratori dell’Autorità per le Antichità, è stato possibile riportare l’iscrizione riportata sull’anello e il disegno del famoso procuratore romano.
Il nome Pilato, spiega lo storico Prof. Danny Schwartz, è un nome molto raro a quei tempi in Terra d’Israele. Un simile anello di sigillo è anche un segno distintivo della classe di cavalleria nella società romana, a cui apparteneva Pilato. L’anello è abbastanza semplice, quindi gli investigatori ipotizzano che sia stato utilizzato dal commissario nelle operazioni quotidiane o che appartenesse a uno dei suoi funzionari o cortigiani, che lo hanno firmato per suo conto.
La Fortezza di Herodion, costruita da Erode, che le diede anche il nome, divenne un’enorme tomba con la sua morte all’inizio del I secolo d.C. Tuttavia, la parte superiore del complesso continuò ad essere utilizzata dai commissari romani che all’epoca governavano la Giudea. Pilato probabilmente usò Herodion come centro di governo e amministrazione.
Nella storia archeologica del paese è presente un altro ritrovamento con il nome di Pilato, anch’esso attribuito al celebre commissario romano. Durante gli scavi a Cesarea negli anni ’60, è stata trovata anche una pietra di dedica del Prof. Forster di uso secondario (una pietra presa da un edificio e incastonata in un altro edificio), con il nome di Pilato.
Lo studio dell’anello è stato condotto dal Prof.Shua Amorai-Stark e Malka Hershkovitz, e un articolo a riguardo è stato pubblicato la scorsa settimana sul Journal of the Society for the Exploration of the Land of Israel and its Antiquities: Israel Exploration Journal.